L’INQUINAMENTO:
EFFETTI SULL’AMBIENTE E SULL’UOMO
L'inquinamento da fumi e particolato.
Un aeroporto internazionale costituisce un centro di attività
in cui
sono concentrati consumi di energia pari ad una
vasta area industriale. Secondo parametri di stima
attendibili e comunemente accettati nella letteratura scientifica,
per ogni milione di passeggeri annui, un aeroporto
consuma in un anno 3.800 MWh (MegaWattora) di corrente elettrica,
500.000 metri cubi di acqua e 60.000 metri cubi di gas metano
[2], senza contare il carburante bruciato localmente da aerei
ed auto.
L’inquinamento che investe l’area interessata
da un aeroporto deriva dagli effetti legati a questo
consumo di energia, con tutte le sue conseguenze indesiderate.
In riferimento alle emissioni medie di altri aeroporti, l’aeroporto
di Ampugnano, comporterebbe l’emissione annua riportata
nella seguente tabella
Emissioni (in tonnellate annue) previste
per l'aeroporto di Ampugnano
(Valori stimati in riferimento ai dati riportati in [3])
Dove nell’ordine si ha: Biossido di carbonio
(CO2), Monossido di Carbonio (CO), Ossidi di Zolfo (SOx),
Ossidi di Azoto (NOx) e Idrocarburi (HC). Si veda
il glossario
per una breve descrizione di questi inquinanti, con un riferimento
ai loro effetti.
Le quantità di emissioni in tabella sono emissioni
locali, che tengono conto del traffico aereo sull’aeroporto
(atterraggio, decollo, sorvolo, ecc…) e del traffico
veicolare annesso. Quando si parla di inquinamento locale,
si fa riferimento ad un area circolare di 5 km di raggio,
centrata sull’aeroporto.
Per rendere conto delle cifre in tabella, 5600 tonnellate
di CO2 (valore stimato per 400.000 passeggeri annui) corrispondono
alla combustione di quasi 1800 tonnellate di benzina [3],
ovvero l’equivalente di quella bruciata da 2000 auto
per percorrere 12600 km ognuna.
L’imponenza di queste cifre è dovuta a molti
fattori fra cui – tra le altre cose – il basso
rendimento dei motori a turbina usati nei jet. Basti pensare
che in fase di decollo un jet brucia dal 12% (per voli medio
lunghi) al 33% (per tratte nazionali) dell’intero carburante
necessario per compiere l’intera tratta [3]. L'alimentazione
degli aeroplani avviene a cherosene, combustibile poco raffinato
e quindi meno costoso, ma molto inquinante.
Nella letteratura scientifica molti studi hanno evidenziato
il forte impatto ambientale che ha il trasporto aereo
[3–9]. Il seguente grafico confronta la quantità
di carburante consumata da comuni aerei di linea con quella
di un automobile, a parità di distanza percorsa e per
passeggero trasportato [3].
Kg di carburante consumati per passeggero, necessari per
coprire 700 km,
assumendo un auto con tre passeggeri e aerei occupati al
100% della loro capacità.
Contrariamente a quanto riescono parzialmente a fare le automobili
con le marmitte catalitiche,
gli aerei a turbina scaricano
il carburante bruciato nell’atmosfera senza alcun tipo
di filtro.
Questo significa che tutti gli
scarti del materiale combusto, in forma di particolato e di
gas, viene letteralmente nebulizzato ed irrorato lungo la
scia dell’aereo. I venti e processi naturali
di diffusione provvedono poi a disperdere i gas ed i materiali
in sospensione su un area più vasta.
L’effetto nefasto del particolato (polveri sottili)
sulla salute umana è ormai un fatto assodato [10–13].
Diverse indagini hanno mostrato in modo significativo che
l’esposizione alle polveri sottili comporta: aumento
dei ricoveri ospedalieri, aumento dell'uso dei medicinali,
aumento della mortalità, malattie respiratorie, reazioni
infiammatorie polmonari, malattie del sistema cardiocircolatorio.
Riduzione della funzionalità polmonare dei bambini,
aumento delle malattie croniche polmonari, riduzione della
funzionalità polmonare negli adulti, riduzione della
speranza di vita, aumento delle malattie cardiovascolari e
delle malattie neoplastiche. Per quanto riguarda
piombo e benzene: malattie del sangue e degli organi
emopoietici.
I paesi di Ciampino e Marino, vicini all’aeroporto
romano e così come accade per molte altre località
limitrofe ad aeroporti internazionali, sono oggetto di studio
sugli effetti a breve, medio e lungo termine per quanto riguarda
l’inquinamento dell’aria. Gli studi confermano
senza lasciar adito a dubbi che un aeroporto rappresenta
una importante sorgente di immissione nell’atmosfera
degli inquinanti riportati nella precedente tabella, oltre
a contribuire all’aumento della concentrazione di polveri
sottili nell’aria [3–7, 14–16].
Il paese di Marino, attualmente coinvolto in una forte
protesta contro l’aeroporto di Ciampino, si trova a
5 km in linea d’area dalla pista. Quelle che
seguono sono invece le distanze dalla pista dell’aeroporto
di Ampugnano dei principali centri abitati (considerando le
rotte aeree in fase di decollo ed atterraggio la distanza
dai punti di emissione può diminuire considerevolmente).
Ampugnano |
0,8 km |
San Rocco a Pilli |
2,4 km |
Stigliano |
2,4 km |
Torri |
2,5 km |
Rosia |
2,7 km |
Sovicille |
2,9 km |
Brenna |
3,2 km |
Volte Basse |
3,2 km |
Sant'Andrea a Montecchio |
4,5 km |
Costalpino |
4,7 km |
Ancaiano |
4,5 km |
Siena (Piazza del Campo) |
8,9 km |
Distanza in linea d’area dalla
pista dell’aeroporto di Ampugnano dei principali centri
abitati. Considerando le rotte aeree in fase di decollo ed
atterraggio la distanza dai punti di emissione può
diminuire considerevolmente.
Il particolato in sospensione nell’atmosfera entra nell’organismo
umano attraverso l’apparato respiratorio e la profondità
di intrusione che riesce a raggiungere dipende dalla dimensione
del pulviscolo. Pulviscolo di dimensione di 10 micron (10 millesimi
di millimetro), indicato con la nota sigla PM10, o di dimensioni
superiori, si arresta lungo le prime vie respiratorie, nella
regione tracheo-bronchiale. Queste particelle riescono ad essere
rimosse col tempo attraverso i meccanismi di “autopulizia”
del nostro apparato respiratorio attraverso colpi di tosse e
attraverso i flagelli bronchiali. Particelle di dimensioni minori,
in particolari quelle minori di 2,5 micron (PM2,5) possono invece
arrivare alla profondità degli alveoli dove si ha l’ossigenazione
del sangue. Particelle di dimensioni inferiori al decimo di
micron rientrano nelle nanoparticelle. Questo pulviscolo è
talmente fine da riuscire a penetrare, direttamente portato
dal sangue, nelle cellule del nostro organismo, depositando
gli inquinanti.
Nel 2006 l'OMS ha abbassato i limiti accettabili
delle sostanze inquinanti nell'atmosfera e ha indicato il
PM2,5 (particelle di dimensione micrometrica di cui esistono
consolidate evidenze epidemiologiche) come misura aggiuntiva
di riferimento delle polveri sottili nell'aria, riscontrando
che questi ultimi fanno perdere agli abitanti dell'Europa
Occidentale quasi 9 mesi di vita.
Sito di deposizione nell’organismo
umano del particolato, in funzione della dimensione
da 0,1 a 10 micron. Particelle ancora più sottili
(dell’ordine dei nanometri)
sono distribuite dal sangue e dal sistema linfatico in tutto
l’organismo.
Così come il particolato ed i prodotti gassosi
penetrano nel nostro organismo, altrettanto fanno in quello
di animali e piante. L’intera catena alimentare ne risulterebbe
contaminata, a partire dai più piccoli invertebrati
fino ad arrivare ai mammiferi più grandi. La produzione
agricola delle zone limitrofe all’aeroporto sarebbe
necessariamente discriminata dall’agricoltura biologica.
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