DOCUMENTO DI INTENTI
DEL COMITATO CONTRO L’AMPLIAMENTO DELL’AEROPORTO DI AMPUGNANO
Nelle ultime settimane, rappresentanti delle istituzioni pubbliche
e delle forze politiche di maggioranza hanno più volte dichiarato,
sia sulla stampa sia in incontri “ufficiali” anche con
il Comitato, di avere mutato il proprio orientamento riguardo allo
sviluppo dell’aeroporto di Ampugnano. Secondo queste dichiarazioni,
il progetto presentato dalla società Galaxy (che prevede 350.000
passeggeri all'anno con medie mensili di oltre 70 aerei al giorno
nel 2012; 490.000 passeggeri all'anno con 90 voli al giorno nel 2020;
cementificazione di una superficie di 157.000 metri quadrati) sarebbe
stato abbandonato e sostituito da un progetto più modesto
(si parla di circa 100.000 passeggeri all'anno), che la stessa società
Galaxy dovrebbe finanziare e realizzare entrando, come socio di maggioranza,
nella Società dell'aeroporto. Le dichiarazioni relative al ridimensionamento del progetto appaiono però difficilmente credibili. Da un lato, infatti, la credibilità dei soggetti da cui provengono tali dichiarazioni risulta fortemente indebolita dalla segretezza con cui essi in passato hanno tentato di gestire l’affare Galaxy, dall’evasività e talvolta dalla cattiva fede che essi hanno più volte mostrato nel rispondere alle richieste di informazioni provenienti dai cittadini e, infine, dalle molte irregolarità presenti nella procedura di privatizzazione della Società dell'aeroporto e nella scelta di Galaxy quale partner privato di tale società. Dall'altro lato, vi sono molti elementi che inducono concretamente a sospettare che quelle dichiarazioni abbiano il solo scopo di tranquillizzare la cittadinanza e che ad esse non corrisponda l’effettiva intenzione di abbandonare gli obiettivi iniziali: tra questi elementi, il fatto che nessun nuovo progetto sia stato presentato e Galaxy mantenga il suo ruolo, sebbene si dica che è stato abbandonato il progetto in base al quale questa società era stata prescelta dalla Società dell'aeroporto. In questa equivoca situazione, il Comitato contro l'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano intende ribadire, in modo non equivoco, la propria posizione: La costruzione di un aeroporto commerciale e la sua attività
comportano una serie di costi ambientali, umani ed economici.
La costruzione di un aeroporto determina non solo danni al paesaggio,
ma anche il consumo di un territorio che viene cementificato
e alterato irreversibilmente. L'attività aeroportuale
è causa di danni all'ambiente e alla salute,
in quanto comporta la dispersione nell'ambiente di prodotti altamente
tossici ed inquinanti, come anticongelanti, cherosene ed oli minerali,
ed è fonte di inquinamento acustico e di emissioni nocive,
fumo e particolato; essa, inoltre, è causa di innumerevoli
disagi per tutti coloro che risiedono nei dintorni dell'aeroporto.
Tanto la costruzione di un aeroporto quanto la gestione dell'attività
aeroportuale richiedono infine investimenti che molto
spesso, se non sempre, finiscono col gravare sulle finanze
pubbliche. Gli ingenti costi dell'eventuale sviluppo dell'aeroporto di Ampugnano sono evidenti. A quelli che in generale si connettono alla costruzione di ogni aeroporto ed alla sua attività, e che sono stati prima indicati, si devono aggiungere quelli che specificamente dipendono dalla particolare sede di questo aeroporto. Per quanto riguarda i costi ambientali, bisogna ricordare come la piana di Ampugnano si trovi in prossimità di SIC (siti di interesse comunitario) e di SIR (siti di interesse regionale) e a ridosso di un comprensorio che rientra tra la 20 aree più rappresentative per la tutela della biodiversità della ecoregione mediterranea. Per quanto riguarda i costi economici, si deve considerare che l'attività di un aeroporto commerciale avrebbe conseguenze disastrose per il turismo della zona, oggi ricca di alberghi e di strutture agrituristiche, determinando la perdita di numerosi posti di lavoro in questo settore. Infine, devono essere posti in evidenza i rischi cui l'attività aeroportuale esporrebbe la falda acquifera del Luco, da cui oggi dipende l'approvvigionamento idrico di gran parte della città di Siena e delle aree circostanti. Così come è evidente che lo sviluppo dell’aeroporto avrebbe costi molto pesanti, altrettanto evidente è la sua inutilità, quando si guardi a interessi generali. Al riguardo basti osservare che l'aeroporto di Ampugnano si trova a 70 chilometri da quello di Firenze, a 110 chilometri da quello di Pisa, a 90 chilometri da quello di Grosseto, di cui si prevede un prossimo sviluppo, e a distanze non molto superiori da quello di Perugia e da quello futuro di Viterbo. In queste condizioni, l'aeroporto di Ampugnano è destinato o a rimanere perennemente sottoutilizzato, soffrendo la competizione degli altri aeroporti menzionati, o a conquistarsi un spazio adeguato sottraendo quote consistenti di mercato a questi altri aeroporti. Il risultato sarà in entrambi i casi uno spreco di risorse economiche ed ambientali che una pianificazione razionale delle strutture aeroportuali dovrebbe porsi lo scopo di evitare. Il progetto ridimensionato sul quale dicono adesso di attestarsi le istituzioni pubbliche e la Società dell'aeroporto sembra ridurre i danni e i costi prima evidenziati, e qualcuno potrebbe dunque essere tentato di giudicarlo come un male minore, accettabile se comparato con il disastro che avrebbe prodotto l'esecuzione del progetto originario Galaxy. Ma la riduzione del danno è qui solo apparente, anche perché, come già si è accennato, vi sono molte evidenze del fatto che il ridimensionamento sia solo di facciata e che l'esecuzione di un progetto più modesto (100.000 passeggeri all'anno, secondo le voci più ricorrenti) sia concepito come un primo passo per la successiva realizzazione del progetto originario. Bisogna infatti considerare che: a) nonostante le molte voci relative al ridimensionamento, nessun nuovo progetto è stato effettivamente presentato; b) la società Galaxy, nonostante si dica che è stato abbandonato il progetto che essa aveva presentato, si accinge ad entrare, come socio di maggioranza, nella Società dell'aeroporto (proprio come se quel progetto fosse ancora valido); c) i bilanci degli aeroporti italiani e gli studi compiuti da esperti del settore mostrano in modo inequivocabile che un aeroporto delle dimensioni ridotte che adesso vengono prospettate sarebbe costantemente in perdita, e non è credibile che un fondo di investimenti come Galaxy intenda impegnare i propri soldi in attività chiaramente fallimentari; d) non vi è alcuna garanzia che i limiti attuali relativi al possibile dimensionamento dell'aeroporto di Ampugnano resterebbero stabili in futuro (un solo esempio, l'attuale PIT regionale, che attualmente costituisce l'ostacolo maggiore al compimento dell'originario progetto Galaxy, scadrà nel 2010); e) l'esperienza degli altri aeroporti italiani insegna che a progetti iniziali piuttosto modesti seguono inevitabilmente progetti sempre più ambiziosi, alla continua ricerca di un utile economico che i progetti iniziali non sono in grado di garantire e che viene in genere conseguito solo quando si giunga alla soglia di 1.000.000 di passeggeri all'anno. Considerando tutti questi aspetti, il Comitato contro l'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano conferma la propria opposizione ad ogni ampliamento di questo aeroporto, che allo stato delle cose costituirebbe solo il primo passo di uno sviluppo incontrollabile. Il Comitato esorta inoltre i cittadini a restare vigili, a non lasciarsi ingannare dalle voci relative al ridimensionamento del progetto Galaxy e a proseguire la loro battaglia democratica per rendere più trasparenti le istituzioni pubbliche, per impedire che il proprio territorio sia distrutto per interessi particolari, per proteggere l'ambiente in cui vivono e la propria salute, per costringere i propri amministratori e la società Galaxy ad abbandonare il progetto di sviluppo dell'aeroporto di Ampugnano.
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