COMUNICATO STAMPA DEL 22 AGOSTO 2007
Il progetto industriale di ampliamento dell’aeroporto
di Ampugnano, secondo quanto riportato su quotidiani nazionali,
prevede in una prima fase l’allungamento della pista a
circa 2.500 metri, ed una sua estensione a 3.800 metri in un
secondo momento. Si realizzerebbe così uno scalo internazionale
capace di sostenere il traffico auspicato di 4 milioni di passeggeri
annui.
Questo progetto si scontra con le linee guida del Piano
di Indirizzo Territoriale della Toscana 2005-2010 che riporta
testualmente: “l’aeroporto di Ampugnano
è situato in una piana di particolare pregio paesaggistico”
e per cui sono “
da escludere rifacimenti della
pista per allungarne lo sviluppo e rendere l’aeroporto
idoneo ad aerei più grandi, vista l’inutilità
e per motivi di evidente e giustificato impatto ambientale”
(Masterplan del PIT sul Sistema aeroportuale toscano).
L’area interessata dall’aeroporto, incastonata fra
la
Montagnola Senese, la città di Siena e le
valli dei fiumi Farma e Merse, è disseminata
di
pievi romaniche e case torri e costituisce
un raro complesso continuo ed esteso: si tratta infatti di oltre
36.000 ettari di boschi, alvei fluviali, praterie e aree agricole
tradizionali, zone in cui l’attività umana si è
mantenuta a livelli che hanno permesso la conservazione di un
numero di specie e di habitat fra i più elevati d’Italia.
La zona in questione
rientra tra le 20 aree nazionali
più rappresentative per la tutela della biodiversità
dell’intera ecoregione mediterranea. Per questo
motivo in questo comprensorio esistono quattro Riserve Naturali
Regionali, una Riserva Statale e ben quattro Siti di Importanza
Comunitaria (SIC), questi ultimi istituiti sulla base della
Direttiva “Habitat” (Dir. 92/43/CEE) per tutelare
particolari habitat e specie di interesse conservazionistico
europeo.
Risulta incomprensibile il ragionamento di chi vede la necessità
di realizzare dal nulla uno dei principali aeroporti
toscani in un territorio di pregio come quello del comune di
Sovicille, contravvenendo le numerose direttive emesse
da organismi intergovernativi mondiali ed europei volte ad una
mitigazione dell’impatto delle attività
umane causa di
cambiamenti climatici e di perdita
della biodiversità.
Un aeroporto internazionale, d’altra parte, non è
solo una pista di atterraggio: l’impatto di una struttura
simile va molto al di là del territorio su cui insiste
la pista, ed è paragonabile a
quello di una vasta
area industriale, con cementificazione legata alla
costruzione di infrastrutture di supporto (hangars, terminals,
strutture ricettive, depositi di carburante, parcheggi, distributori,
strade ad alto scorrimento, ecc…), pesante inquinamento
acustico per tutti i paesi limitrofi, massicce emissioni inquinanti
da fumi e particolato e dispersione di pericolosi liquami tossici
come anticongelanti, olii e carburante. Il tutto risiederebbe
sul Padule di Rosia,
un sottile strato di terreno sopra
e vicino all’acquifero del Luco, fra i più importanti
in Toscana meridionale, che insieme al Vivo d’Orcia
rifornisce di acqua la città di Siena e gran parte della
provincia.
Fra i collegamenti di Siena, da anni discussi come causa di
“isolamento della città”,
risulta
evidente quello ferroviario,
da decenni rimasto
invariato, con tratte a binario singolo e littorine a gasolio
che impiegano oltre un’ora e quaranta minuti per percorrere
la distanza che separa Siena da Firenze: 70 km. Questo
progetto, sostenuto da sole motivazioni di carattere finanziario,
non è basato su alcun tipo di analisi che contempli
i costi per la comunità in termini di perdita di salute,
distruzione ambientale, culturale e paesaggistica, come normalmente
fatto in Europa per tutti i progetti a così ampio impatto.
Il progetto, alieno alle vocazioni del territorio e dei cittadini
delle zone interessate, non risulta pertanto giustificabile,
a meno di rinunciare (
ma questo deve essere chiaro a
tutti) alla salute dei cittadini dei comuni di Siena
e Sovicille, alla falda acquifera del Luco ed al patrimonio
culturale, paesaggistico ed ambientale, che oggi rappresenta
l’unicità e la ricchezza di questa terra,
in
nome di una malintesa opportunità di sviluppo.
FIRMATO DAI CITTADINI E LE ASSOCIAZIONI DEL COMITATO
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