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Estratto dal n° 2 (marzo-aprile) di "Prevenzione Notiziario di Legatumori Senese"


Lettere al direttore

UN AEROPORTO PUO’ FAR MALE ALLA SALUTE?

 

Negli ultimi mesi si sono intensificate le lettere (via posta, fax, e-mail) indirizzate alla nostra redazione per chiedere informazioni, chiarire dubbi, fugare preoccupazioni, invocare rimedi circa gli eventuali rischi per la salute dei senesi derivanti dalla ventilata proposta di ampliare l’aeroporto di Ampugnano, in vista di un possibile incremento del traffico aereo.

 Il modesto spazio tipografico disponibile nonché la ripetitività dei quesiti non ci consentono di pubblicare tutti i messaggi ricevuti. Quindi, per non far torto a nessuno, abbiamo condensato in un’unica risposta le più frequenti domande: che, a grande maggioranza riguardano gli eventuali rischi che tale ampliamento comporterebbe per la nostra salute, le misure da adottare per evitarli e l’ipotetica distanza di sicurezza tra le proprie abitazioni ed Ampugnano.

Ovviamente nella nostra risposta unificata, non abbiamo preso in considerazione i quesiti d’ordine socio-economico, storico –artistico e neppure ecologico, in quanto quesiti di esclusiva competenza di politici e di amministratori. Abbiamo consultato la vasta letteratura tecnico-scientifica esistente in proposito, limitandoci a quella nazionale, altrimenti invece di un articolo avremmo scritto un librone.

 

Se facciamo centro con la punta di un compasso sull’aeroporto di Ampugnano e, su una carta topografica tracciamo una serie di cerchi concentrici, distanti tra loro circa un centimetro, potremmo dire che i più esposti al rischio di danni alla salute sarebbero il personale addetto allo scalo aereo e i residenti nelle immediate vicinanze per una fascia circa di 1 Km , ovviamente in linea d’aria. Aumentando questa distanza, i rischi si riducono proporzionalmente, ma piuttosto lentamente, se si tiene conto che un aereo, sia in fase di decollo che di atterraggio, si mantiene a un’altitudine molto ridotta rispetto alla fase di crociera sin da diversi chilometri prima della pista e la città di Siena è distante da Ampugnano pochissimi chilometri, sempre in linea d’aria. Inoltre le polveri sottili del particolato prodotto dalla combustione del carburante sono molto volatili e possono ricadere al suolo anche a notevole distanza dalla fonte, trasportate dai venti.

Quanto all’aumentato rischio tumorale, occorre ricordare che la maggior parte degli aerei attuali brucia cherosene, una miscela di idrocarburi potenzialmente cancerogeni se inalati a lungo, specie insieme a certi additivi come il benzene.

Inoltre come sostiene il prof. F.Valerio, ricercatore dell’Istituto Nazionale Tumori di Genova, il cherosene utilizzato dagli aerei essendo meno raffinato rispetto alle benzine e al gasolio usato dalle auto, provoca effetti più dannosi di quelli prodotti dall’inquinante traffico stradale. Uno studio di Legambiente ha rivelato che ben l’84% delle polveri sottili  nel territorio dell’aeroporto di Ciampino si origina dal traffico aereo, con un notevole e significativo incremento sulla mortalità per tumori soprattutto del polmone, della pleura e della vescica. I dati dell’Osservatorio per il Farmaco del Ministero della Salute indicano che a Ciampino risulta la più alta spesa pro-capite per farmaci anti-tumorali a livello nazionale, mentre a causa del ripetitivo impatto acustico, intorno agli aeroporti aumenta il consumo di ansiolitici e psicofarmaci in genere.

Gli studi di ARIANET e di AMBIENTEITALIA eseguiti nel 2002 intorno all’aeroporto di Malpensa hanno evidenziato nel circostante Parco del Ticino una rilevante eccedenza dei livelli critici dell’ozono ed una significativa ricaduta di cancerogeni come benzene, toluene, piombo e anidridi solforose.

Il personale Alitalia dell’aeroporto di Capodichino ha presentato un esposto alla procura di Napoli dimostrando, dati alla mano, che negli ultimi due anni hanno registrato 21 casi di leucemie, linfomi e tumori vari con un’incidenza del cancro di ben 138 volte superiore alla media della popolazione.

La combustione del carburante degli aerei provoca l’emissione di gas tossici, come l’azoto e il monossido di carbonio e  di un particolato (PM 10, PM 5 e così via) analogo a quello del  traffico veicolare cittadino, che  non dovrebbe superare i livelli di legge, altrimenti risulta nocivo per la salute: sia a breve termine (bronchiti,  asma, allergie) che a medio e lungo termine (malformazioni neonatali, leucemie ed altri tumori). A questo proposito i  rilievi statistico-epidemiologici sui lavoratori aeroportuali  sono indubbiamente significativi, con un  aumento netto della mortalità per neoplasie sia durante la vita lavorativa che nei primi anni di  pensione, fonte di un pressante contenzioso sindacale e assicurativo.

Oltre quello neoplastico un intenso traffico aereo può provocare anche altri tipi di danni alla salute.

L’evidenza scientifica mostra il  raddoppio dei casi di ipertensione, con conseguenti incidenti cardio vascolari (ictus, infarto) nella popolazione delle zone aeroportuali a causa dell’inquinamento acustico soprattutto nelle fasi di decollo e di atterraggio, quando il rumore supera il numero di decibel sostenibile per il nostro udito. Secondo gli esperti, il sentiero di avvicinamento di un aereo alla pista si abbassa a quota 800 m una dozzina di chilometri  prima dell’aeroporto, ed alla metà a 8 km. In fase di decollo con i motori alla massima potenza, un aereo deve salire a 400 m. in trenta secondi, percorrendo 5 km e a 1000 m di altitudine in un minuto,  con una distanza a terra di una diecina di km. Per salire in quota un aereo consuma mediamente 4000 litri di cherosene. Secondo la Federal Aviation Administration ciascuna delle quattro turbine di un DC 8 raggiunge un livello di 80-90 decibel, mentre la soglia del dolore in chi lo ascolta è intorno ai 100 decibel. Oltre che causare ipertensione la continua esposizione (diurna e notturna) a rumori troppo forti è pericolosa per lo sviluppo mentale dei bambini perché danneggia la memoria, rallenta l’ideazione e la comprensione della lettura.

C’è poi il problema degli insetti aviotrasportati, già segnalato in qualche aeroporto italiano, come la zanzara della malaria e altri parassiti, come il coleottero virgifera che infetta le radici del mais.

Negli studi controllo in corso nella Sanità pubblica c’è da segnalare quello dell’ASL Milano 1, che ha rilevato nella zona più interessata dal traffico aereo un maggior rischio di mortalità per tumori e leucemie.

Concludiamo le risposte con le misure precauzionali da adottare e che possono compendiarsi col nostro motto: “La miglior cura è la prevenzione”: sia primaria, evitando o riducendo al minimo indispensabile qualsiasi causa di nocività per la salute, compreso un intenso traffico aereo. Sia la prevenzione secondaria, cioè la diagnosi precoce, tenendo assiduamente controllati i residenti dentro i primi cerchi del compasso.

In tal senso Legatumori Senese si impegna col vostro indispensabile sostegno a potenziare i servizi del Centro Prevenzione dove, proprio in questi giorni abbiamo avviato il monitoraggio della qualità dell’aria in Massetana con la competente collaborazione dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT), che vivamente ringraziamo.

                                                                             IL DIRETTORE

                                                                              (Prof. Franco Nobile)